Le parole delle elezioni 2008

Analisi e commento della lingua usata dai candidati nella campagna elettorale 2008 (a partire dal corpus di discorsi e programmi)

domenica 30 marzo 2008

Andare

Mi ha colpito, andando a fare qualche query di prova nel corpus elettorale, l'uso che viene fatto del verbo andare; a parte 3 casi in cui il verbo compone una locuzione con un gerundio che lo segue, per mettere l'accento sullo svolgimento dell'azione descritta, che è ancora in corso (Si vanno costruendo intorno a noi formidabili armate politiche , già sicure di vincere, da un discorso di Casini), la stragrande maggioranza delle 99 rimanenti occorrenze di andare (circa il 70%) sono tutte esempi di uno stesso costrutto sintattico, attraverso il quale si forma un passivo usando appunto, invece di essere, il verbo andare.
Vanno tagliate le spese per gli armamenti (Sinistra arcobaleno);
Le politiche di privatizzazione delle acque vanno completamente riviste (La Destra); 
La priorità va data agli impianti per produrre energia pulita (PD); 
I diritti vanno riconosciuti a tutti , sia ai cittadini italiani sia agli stranieri (Partito Socialista);
Va mantenuta la forma di governo parlamentare (UDC)
La costruzione aggiunge alle caratteristiche della forma passiva (in particolare la possibilità di rendere le frasi impersonali, non indicando il soggetto) un valore semantico di necessità (Le spese per gli armamenti devono essere tagliate, i diritti devono essere riconosciuti, ecc); le due caratteristiche combinate insieme ben si adattano ad un contesto elettorale, in cui si vuole sottolineare la necessità di cambiare le cose, ma spesso si preferisce essere meno precisi su chi dovrà farlo...
Nei pochi casi in cui andare è usato al di fuori da questo costrutto è spesso seguito da preposizioni e avverbi (andare male, andare avanti, andare oltre, andare incontro), formando delle locuzioni.



martedì 25 marzo 2008

Tagcloud e insegnamento: un'idea

Un'insegnante di italiano L2 in Spagna, autrice del blog Incroci, suggerisce un uso didattico in classi di italiano L2 delle tagcloud con le parole più frequenti dei testi elettorali; è un uso a cui non avevo assolutamente pensato: leggete per credere. Sarebbe bello, fra qualche tempo, sapere quali sono stati i risultati...

lunedì 24 marzo 2008

Di cosa si parla sul web...


In attesa di riprendere l'analisi dei discorsi elettorali (dopo la pausa di Pasqua), vi propongo un sintetico grafico che mostra un confronto tra la popolarità sul web di alcuni temi in discussione; decisamente la politica estera non è l'argomento preferito... (grafico tratto da Wikio)

 

sabato 22 marzo 2008

Un'altra recensione

Ancora una recensione di questo blog e del sito di riferimento per l'analisi del corpus dei discorsi elettorali: questa volta è La Stampa online che parla di noi, con un dettagliato articolo.
Speriamo che questo contribuisca un po' a facilitare il reperimento dei discorsi elettorali via via pronunciati dai vari candidati, senza i quali andare avanti nell'analisi diventa difficile...

Buona Pasqua a tutti i lettori!

venerdì 21 marzo 2008

Identità



E' interessante notare le differenze con cui è usata nei vari discorsi e programmi elettorali la parola identità.
Il senso principale con cui è usata nell'intero corpus è quello così definito dal dizionario De Mauro-Paravia
l'insieme dei caratteri peculiari che contraddistinguono un individuo o un gruppo di individui.
Casini: nella quasi totalità delle occorrenze, l'identità a cui fa riferimento è quella cristiana del proprio partito, rivendicata con orgoglio ("Forti della nostra identità cristiana"). L'identità di cui si parla è dunque la propria.
Veltroni: il lemma è meno frequente rispetto ai testi di Casini, ma soprattutto è usato in modo diverso: spesso è riferito all'identità di altri soggetti (dei Socialisti, oppure dei piccoli comuni italiani, di cui bisogna salvaguardare l'identità, o ancora come concetto generale ("Guai se l'identità diventa un muro precario dietro al quale trincerarsi...").
Santanchè: è la candidata che usa più frequentemente il lemma (quasi 3 volte ogni mille parole), e lo fa spesso riferendosi all'identità nazionale ("Vivere l'identità e l'appartenenza nazionale come missione, superando lo sconfittismo e l'idea di declino").
Bertinotti: usa il lemma una sola volta, nella locuzione identità di genere, parlando di discriminazione.
Boselli e Berlusconi, nei dati finora raccolti, non usano mai il lemma.

giovedì 20 marzo 2008

Recensione

Un grazie a Jean Véronis, linguista informatico di Aix-en-Provence (Francia), che, oltre ad essere l'ispiratore del sito con il corpus elettorale, ha scritto una bella recensione del sito e di questo blog.
Jean ha fatto un fantastico lavoro in occasione delle recenti elezioni presidenziali francesi, che ruota intorno al sito Discours 2007, a cui ha fatto seguito un libro, Combat pout l'Elysée. Paroles de Prétendants (Seuil), scritto in collaborazione con Louis-Jean Calvet (informazioni in questa pagina).

mercoledì 19 marzo 2008

La flessione degli -ismi

Uno dei dati che emerge dall'analisi del corpus di discorsi e programmi elettorali delle elezioni 2008 è una flessione (di proporzioni non enormi, ma evidente) dei famigerati -ismi, cioè i derivati che aggiungono il suffisso -ismo soprattutto a nomi e aggettivi (comunismo, illuminismo), dando luogo a sostantivi maschili astratti, particolarmente in uso nel linguaggio della politica. Il calo è evidente se si confrontano le frequenze del nostro corpus con quelle degli -ismi in tutti gli articoli di Repubblica di argomento politico pubblicati nel 2000; segno, forse, che questi derivati sono più tipici del giornalismo politico che non del lingua parlata dai politici.
E' stato sottolineato come negli ultimi anni, con la personalizzazione della politica, gli -ismi si siano spostati da un piano collettivo (fascismo, comunismo) ad un piano individuale e personale (berlusconismo, zapaterismo).
Il corpus del 2008 finora raccolto (ma attenzione! I dati sono ancora pochi per generalizzare...) non conferma questo spostamento verso la dimensione personale: segnaliamo solo thatcherismo e reaganismo. Abbondano invece i vari ambientalismi, pluralismi, bipolarismi, federalismi ecc.
Non ci sono molti esempi, invece, di derivati in -ismo ai limiti della comprensibilità, astrusi, che invece troviamo numerosi in Repubblica (alchimismo, riduttivismo, doppiosensismo, sovversivismo; ma sono tutti hapax...); segnalo solo un ribellismo usato da Casini (scopro tuttavia con stupore che il dizionario De Mauro Paravia etichetta ribellismo come "comune"...).